Monday, September 30, 2013

Modo di dire italiano - capire l'antifona

Capire l’antifona (to get the message/ die Anspielung, den Hinweis, den Wink verstehen).
Capire l’antifona in italiano significa aver capito il succo di un discorso ambiguo o allusorio, o aver colto una minaccia velata o un’intenzione espressa indirettamente.

Esempio: Quando ha iniziato a usare quel tono, ho capito l’antifona e ho preferito lasciar perdere.

Thursday, September 26, 2013

Deutsche Redewendung

Viel um die Ohren haben: sehr viel zu tun haben

z.B. Stör mich bitte nicht die ganze Zeit, ich habe echt viel um die Ohren.


Wednesday, September 25, 2013

Monday, September 23, 2013

Ma perchè?..Quesito per le donne lavoratrici

Oggi pubblico una riflessione che è emersa da innumerevoli esperienze, colloqui e confronti con varie colleghe: Perché in Italia un uomo giovane sposato e con famiglia sul lavoro è visto come simbolo di affidabilità, equilibrio e stabilità, mentre una donna giovane sposata e con figli viene vista come isterica, inaffidabile, minacciosa e approfittatrice, e viene spesso discriminata per questo?


Monday, September 16, 2013

Languages: head and heart

If you talk to a man in a language he understands, that goes to his head. If you talk to him in his language, that goes to his heart.

Nelson Mandela 

Thursday, September 12, 2013

Interpreti italiani cercasi

Pubblico un articolo apparso sulla stampa il 24.09.2010, non è quindi recentissimo ma il suo contenuto è ancora attuale.

Tratto da


24/09/2010
Interpreti italiani cercasi
Allarme della Commissione europea. Non solo sta male la nostra lingua (questo lo dice Straneuropa), ma stanno sparendo anche i nostri poliglotti. 

Pubblicità progresso.

Si scopre che, per far fronte alla potenziale futura carenza di interpreti di lingua italiana, i servizi delle istituzioni europee avviano una campagna di sensibilizzazione alla carriera di interprete nelle istituzioni dell'Unione europea

A Bruxelles (che qui parla in corsivo) si sottolinea che nei prossimi dieci anni i servizi d’interpretazione dell’Unione europea potrebbero trovarsi di fronte ad un grave deficit di interpreti di lingua italiana.

Dalla creazione della Comunità europea, l’italiano ha sempre svolto un ruolo essenziale come lingua ufficiale delle istituzioni europee. Attualmente, per esempio, la cabina italiana è presente approssimativamente nel 45% delle riunioni organizzate dalla DG Interpretazione della Commissione
1, nel 58% delle riunioni organizzate dalla DG Interpretazione del Parlamento europeo e in circa il 50% di tutte le udienze di fronte alle tre giurisdizioni che formano la Corte di giustizia dell'Unione europea.

Questo dato è rimasto costante negli ultimi anni. Grazie alla loro preparazione di base e alla formazione permanente, gli interpreti di lingua italiana garantiscono un'ampia copertura linguistica in un'Unione europea che conta oggi ventisette Stati membri e ventitré lingue ufficiali. Gli interpreti che lavorano presso i servizi d'interpretazione delle tre istituzioni conoscono in media 4-5 lingue ciascuno, ovvero uno dei livelli più alti fra tutte le unità linguistiche. Questo fa sì che altre cabine utilizzino spesso l'italiano per tradurre interventi pronunciati in lingue che non conoscono. Per esempio, la traduzione in italiano di un intervento in bulgaro può essere ripresa da altre cabine che non sono in grado di tradurre l’intervento in diretta.

Nei prossimi dieci anni andrà in pensione un numero elevato di interpreti di lingua italiana, sia di ruolo che freelance: la percentuale dei pensionamenti entro il 2020 potrebbe superare il 40% dell’organico. Si perderà così un ampio bagaglio non solo di esperienza professionale, ma anche di conoscenze linguistiche. È dunque essenziale che i nuovi interpreti chiamati a sostituire i colleghi a fine carriera dispongano delle necessarie competenze professionali e linguistiche, competenze che possono essere acquisite seguendo corsi di formazione in interpretazione di conferenza all’altezza degli elevati requisiti di qualità ricercati dalle istituzioni europee.

Per diventare interpreti, oltre alle indispensabili competenze tecniche in interpretazione consecutiva e simultanea, è fondamentale conoscere le principali tematiche economiche e giuridiche ed essere informati sulle attività e il funzionamento delle istituzioni dell'Unione europea.L'italiano – lingua di uno dei paesi fondatori – non è l'unica lingua esposta al pericolo di un deficit futuro di interpreti qualificati nelle Istituzioni dell'Unione europea. La cabina di lingua inglese, con un tasso di pensionamenti del personale di ruolo e freelance pari al 50% nel prossimo decennio, sarà la più colpita, seguita dalle lingue degli altri paesi fondatori: per il tedesco, neerlandese e francese tale percentuale è stimata, rispettivamente al 45%, 41%, e 40%.

È inoltre particolarmente importante che la nuova generazione di interpreti abbia un profilo linguistico che consenta di continuare a garantire la copertura necessaria nelle riunioni in cui è presente la cabina italiana. Uno dei profili linguistici più richiesti è costituito dalla combinazione francese, tedesco e inglese. A seconda delle esigenze delle varie istituzioni, vengono tuttavia presi in considerazione anche altri profili. Grazie alle possibilità di formazione permanente, i giovani interpreti possono poi consolidare e arricchire ulteriormente la propria combinazione linguistica. Oltre a un’ottima conoscenza delle proprie lingue passive, all’interprete è evidentemente richiesta un’assoluta padronanza della lingua materna, strumento di lavoro essenziale nel processo di comunicazione di cui l’interprete è parte.

Le istituzioni dell'UE organizzano regolarmente test di accreditamento per gli interpreti freelance e concorsi generali per l'assunzione di interpreti di ruolo. L'ultimo concorso si è tenuto nel 2007-2008. Questi test e concorsi sono interistituzionali e aprono quindi prospettive di collaborazione e di carriera presso tre istituzioni: la Corte di giustizia dell'Unione europea, il Parlamento europeo e la Commissione europea.

Lavorare come interprete presso le istituzioni dell'UE significa essere costantemente al centro dell'attualità, della realtà politica e dei processi decisionali europei, nel luogo in cui si incontrano i responsabili politici e i rappresentanti delle amministrazioni di ventisette Stati membri e di varie istituzioni ed organizzazioni europee ed internazionali. Compito dell’interprete è permettere a persone provenienti da realtà e orizzonti culturali e linguistici differenti di comunicare e di continuare a costruire un progetto comune improntato alla pace e alla prosperità. Vista la varietà delle tematiche trattate, gli interpreti hanno modo di arricchire continuamente il proprio bagaglio culturale e di conoscenze e sviluppano costantemente la propria agilità mentale e la capacità di adattamento a situazioni e contesti comunicativi sempre nuovi.

Con il proprio lavoro, gli interpreti consentono ai partecipanti alle varie riunioni di esprimersi nella propria lingua: in questo modo forniscono un contributo essenziale al mantenimento della ricchezza costituita dalla diversità linguistica in Europa. Gli interpreti delle istituzioni dell'UE lavorano inoltre quotidianamente a stretto contatto con colleghi provenienti da tutti i paesi d'Europa e oltre.

Gli interpreti di ruolo hanno un impiego sicuro nonché la possibilità di muoversi all'interno dei servizi delle varie istituzioni dell’UE, qualora un giorno decidano di dare un orientamento diverso alla propria carriera. Gli interpreti freelance, in quanto liberi professionisti, hanno la libertà di decidere quando e dove lavorare.

Imparando il mestiere di interprete, si migliorano le proprie competenze linguistiche e la capacità comunicativa e si impara ad analizzare e a trasmettere i messaggi: si acquisiscono così competenze che possono risultare utili per svariati percorsi professionali.

Una volta conclusa la formazione in interpretazione di conferenza, si può presentare la propria candidatura a un test di accreditamento al seguente indirizzo:

http://europa.eu/interpretation/index_it.htm

Per ulteriori informazioni sui corsi di formazione in interpretazione di conferenza disponibili in Europa, si veda il seguente indirizzo:

http://scic.ec.europa.eu/europa/upload/docs/application/pdf/2007-08-20_list_of_universities_europa.pdf

Il videoclip è 
qui..... 

di Marco Zatterin



Wednesday, September 11, 2013

It’s not my cup of tea

If something isn’t your cup of tea then you don’t like it. It’s often used with “really” which acts as a softener.

·         Mary, would you like to listen to some rock music tonight?
·         To be honest, rock music is not really my cup of tea. Would you like to go to the theatre instead?


- It's not my cup of tea = I don't like it
- It's not really my cup of tea = I don't like it very much


Monday, September 9, 2013

Deutsche Redewendung

Nicht alle Tassen im Schrank haben bedeutet, leicht verrückt sein; spinnen, sich ungewöhnlich verhalten; etwas Unverständliches tun; dumme Sachen tun.

Beispiel: “Nach allem, was du mir angetan hast, soll ich dir helfen? Du hast wohl nicht mehr alle Tassen im Schrank!”.  

Friday, September 6, 2013

Bilingual children

Raising Bilingual Children: Fact or Fiction?

Taken from www.omniglot.com/language/articles/bilingualkids2.htm
by Christina Bosemark, founder of the Multilingual Children's Association
"Doesn't she speak English? Oh, I see -- both Swedish and English. Doesn't that get awfully confusing? Swedish, you said -- when will she use that?" Get used to hearing these kinds of things. You'll get opinions from the barista at Starbucks, your mother-in-law, even your neighbors and strangers on the street. Remember, being a trendsetter always ruffles some feathers, and the best way to deal with unsolicited advice (other than running for the door) is to know the facts for yourself. Here are the most persistent myths on raising bilingual children.
"Your child will be confused by learning more than one language."
This belief is prevalent in monolingual countries and has far more politics than science to back it up. Rest assured that your child's little brain has more than enough neurons firing to cope with two languages (or even more) without frizzing out. On the contrary, decades of research in countless studies actually show significant cognitive advantages to being multilingual. And what about the experience of millions of families around the world where multilingualism is the norm, not the exception? Just look at Canada, Belgium, Switzerland, and Finland -- to mention a few.
"I can see two languages, maybe, but more than that is too much."
Considering how much babies have to learn in their first years of life, another language really doesn't add much to the load. As long the child is getting regular interactions in the second (or third) language, there won't be problems. There is a reason why a two-year old child has fifty percent more synapses than an adult! Also, even if your child does not end up speaking all the languages, don't underestimate the value of a passive language, i.e. understanding it but not yet speaking it. If you already understand a language it is magnitudes easier to learn it later in school or as an adult, compared to someone who'd never heard it before. So, even 'just' understanding another language is most definitely not a wasted effort.
"Your kid is going to get all these languages mixed up."
It is true that some mixing will occur, but that is both harmless and temporary. As the child builds her vocabulary in each language, this phenomenon automatically disappears. How many monolingual children automatically fix mistakes after correct usage has been learned? For example, children begin by saying things like "Me want," when they mean "I want." And how many of them are still saying "Me want," at five? Eventually, the multilingual child learns correct usage in the same fashion as any other child. If you don't mix languages in your own conversation, it'll make it much simpler for your child to remain consistent as well.
"Why start now? Later your kid will pick it up in no time."
For all those who think it's a huge intellectual burden on your child to grow up with multiple languages, there'll be those who will tell you how easy it is. "Just go to a Spanish playgroup once a week, you don't have to be so strict about speaking it yourself to her all the time." Highly unrealistic. Studies indicate that children need exposure to a different language about one third of their waking hours to become actively bilingual. They'll likely understand a lot with less interaction, but they probably won't be able to speak it themselves. Learning a second language is simple for children, relative to adults, but in the beginning they actually need to hear a word thousands of times before it sticks -- unless it's a bad word, then miraculously you only have to say it once…
"Reading and writing in several languages? Some kids can't even handle that in one language."
It's true that many children have difficulties reading and writing well. However, reading and writing is a 'coding / decoding' process and is not linked to the number of languages a child speaks, as such -- although it could involve multiple alphabets, and then be a bit more work. Interestingly enough, access to multiple languages actually makes it easier for children to understand the nature of language itself, which, in turn, improves overall literacy skills. Research supports what many parents have long felt: that multilingual children have better-developed linguistic understanding.
Finally, if you are in a hurry or find that politely ignoring the opinions thrown your way doesn't work, you can always ask if they think Einstein's intellect suffered growing up with both German and Italian. And, he didn't start talking until he was three years old either, but he certainly seemed to make up for lost time!


Tuesday, September 3, 2013