Gli errori di inglese che commettono gli inglesi sono molto diversi dagli errori che commettono gli stranieri che cercano di impararlo. Confondere they’re, there e their non capita a nessuno che cerca di imparare la lingua, mentre è molto diffuso tra i native speakers. Sono altre le difficoltà che è costretto ad affrontare il miliardo di persone che si cimenta nell’inglese. E gli anglosassoni non lo capiscono.
Ad esempio, i phrasal verbs
Se ne possono imparare a bizzeffe, utilizzarne alcuni ed essere sicuri su altri. Ma ne nascono sempre nuovi, cambiano significato (o ne assumono di ulteriori) e restano uno degli scogli più complicati. Perché i vestiti possono essere put on ma non put off? E perché invece possono essere taken off ma non taken on? E perché si dice set off per dire “partire”? La totale convenzionalità del phrasal verb lo rende difficile da imparare e arduo da adoperare.
Lo sguardo sul futuro
Se gli Usa pensano sempre a ciò che accadrà, è normale: hanno ben otto modi per esprimere il futuro, alcuni dei quali dotati di sottigliezze espressive che il parlante coglie al volo, e lo straniero non vede nemmeno. Ad esempio: alla domanda “cosa farai stasera”, l’inglese potrà rispondere in modi diversi. I will get pizza on the way home, ad esempio, significa che la decisione è fatta sul momento; I am going to get pizza, vuol dire che ci aveva già pensato prima; I am getting pizza implica che è una idea che ha in mente da tempo, fissa.
Alcune parole piccole con grandi problemi
Gli articoli, per esempio. Si pensi a the e a quando va messo e quando non va messo. Oppure all’indefinito a/an, solo all’apparenza più semplice. Sono situazioni in cui anche chi parla inglese (da straniero) da oltre 20 anni potrebbe fare errori. Cosa che i native speakers non farebbero mai e poi mai.
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